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ARABO-BIZANTINE,
GUERRE
(VII-XI secolo). Il conflitto arabo-bizantino,
praticamente ininterrotto, si sviluppò dall'inizio dell'espansione
araba (634) all'arrivo dei turchi selgiuchidi (1055). Se ne possono distinguere
tre fasi: l'assalto arabo (634-717); le guerre di logoramento
(717-863); la riscossa bizantina (863-1055). Nella prima fase l'attacco
arabo fu travolgente: Siria, Palestina, Egitto furono conquistate in pochi
anni (634-642), Cartagine e l'Africa mediterranea vennero occupate nel
698. Metà dell'impero era perduto. Ma Costantinopoli, assediata
due volte (674-677 e 717-718), respinse gli arabi grazie alla flotta e
al "fuoco greco" (che, catapultato sulle navi nemiche, ne provocava l'incendio).
Nella seconda fase si combatté per la Sicilia (che finì
in mano araba), per il controllo dello Ionio (la Calabria e Taranto furono
perdute) e dell'Adriatico (Bari fu conquistata dagli arabi e ripresa;
la Dalmazia, più volte saccheggiata, resistette); in oriente la
linea del fronte (tra Cappadocia e Cilicia) fu continuamente superata
da entrambe le parti, senza successi significativi. Nella terza fase,
con la battaglia di Poson, in cui il cesare Barda sconfisse l'emiro Omar
di Melitene (863), iniziò la riscossa bizantina. In occidente Basilio
I Macedone riconquistò Taranto e la Calabria (880); in oriente,
tre successive campagne vittoriose ripresero l'Armenia, la Mesopotamia
settentrionale, la Cilicia, la Siria, la Fenicia e parte della Palestina:
Giovanni I Zimisce avanzò fino alle porte di Gerusalemme (975).
Tra il 1025 e il 1045, infine, furono riconquistate la Sicilia orientale,
la Mesopotamia centrale (Edessa) e parte dell'Armenia transcaucasica.
P. Concetti
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